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qualunque tipo di promozione: sembra quasi che la libertà religiosa sia un diritto di seconda
categoria11.
Da un punto di vista meramente ecclesiasticista intendo affermare che la causa di questa
differenza si può trovare nella pretesa di spostare l'asse del sistema dalla libertà religiosa ad
altri princìpi che sarebbero prevalenti: l'uguaglianza, la laicità, la separazione dello Stato. Si
dimentica, cioè, che questi princìpi non possono essere fini a se stessi ma mezzi per garantire
meglio la libertà religiosa di tutti. Certamente possono implicare un limite pratico alla libertà
di alcuni, ma ciò è per assicurare questa stessa libertà ad altri. Quando invece si considerano
come princìpi statali prioritari, l'estensione della loro prevalenza può facilmente risultare
arbitraria12.
Libertà religiosa e uguaglianza13
L'uguaglianza giuridica è in diversi modi necessariamente relativa14. Da una parte non è in
se stessa un diritto pieno, non ha un oggetto proprio ma fa riferimento ai diritti15, di modo che
in generale le facoltà, le prerogative, i poteri o le capacità che questi comportano siano uguali
per tutti indipendentemente, nel nostro caso, dalla fede che professano o dalla confessione a
cui appartengono, e in particolare che il diritto di libertà religiosa sia lo stesso per tutti. Su
questo piano dei diritti (dello spazio di libertà che garantiscono) si può ben affermare che
11In linea con Scheuner, González del Valle osserva che "i fini e gli interessi statali e i fini e gli interessi
pubblici sono cose distinte. I partiti politici e i sindacati, per esempio, hanno obiettivi e interessi propri che non
si possono identificare con i fini e gli interessi dello Stato; però non per questo è possibile qualificare questi
obiettivi e interessicome fini e interessiprivati. Lo stesso avviene con i fini e gli interessidelle confessioni
religiose", (Confesiones religiosas, in AA.VV.,Derecho eclesiástico del Estado español, 3ª ed., Pamplona 1993,
p. 235-236). Nella linea di declassamento della religione si pongono le Ordinanze del T.A.R. Emilia Romagna
del 1 agosto 1992, nn. 470 e 471, che considerano educative le attività culturali, sportive, ricreative, visite
turistiche, assemblee, ecc., ma excludono che possa esserlo la libera partecipazione ad un atto di culto;vd.«Il
Dir. Eccl.», 1992 II, p. 393-394, con nota di A. BETTETINI, Osservazioni in tema di libertà religiosa e di atti di
culto(ivi p. 395-399); vd.anche P. CAVANA, Atti di culto nella scuola pubblica e principio di laicità,in «Il Dir.
Ecl.», 1992 I, p. 158-179.
12Sulla centralità del principio di libertà religiosa come il più idoneo per il pieno riconoscimento e la tutela
del diritto di libertà religiosa, vd .P.J. VILADRICH - J. FERRER, Los principios informadores de Derecho
eclesiástico español, in AA.VV., Derecho eclesiástico del Estado español, 3ª ed., Pamplona 1993, p. 184. Cfr.
J.M. GONZÁLEZ DEL VALLE, Derecho Eclesiástico..., cit., p. 141.
13Il principio di uguaglianza trascende il campo del diritto ecclesiastico, che ne costituisce un ambito
concreto di applicazione, con le caratteristiche che gli conferisce la religione come fatto sociale. In questo
ambito della relazione tra libertà e uguaglianza in materia religiosa si muovono le mie considerazioni. Una breve
esposizione sistematica di dottrina e giurisprudenza sul principio di uguaglianza nell'ordinamento spagnolo, si
può vedere in A. FUENMAYOR, Alcance del principio constitucional de igualdad, in "Humana Iura", 2 (1992)
p. 245-266. Cfr.A. VIANA, La igualdad constitucional en el régimen jurídico español sobre confesiones
religiosas, in ADEE, III (1987) p. 377-382.
14Cfr.F. RUBIO LLORENTE, La igualdad en la jurisprudencia del Tribunal constitucional. Introducción, in
«Revista española de Derecho constitucional», 31 (1991) p. 9-36.
15Si potrà dire che c'è un diritto all'uguaglianza di diritti o nei diritti, all'uguaglianza del trattamento
giuridico, all'uguaglianza di fronte alla legge o nella legge, però sarà sempre qualcosa di relativo. Anche alla
libertà. Cfr. J. MARTÍNEZ-TORRÓN,La objeción de conciencia en la jurisprudencia..., cit., p. 457, nota 267.
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