Spazio e tempo assoluti.
"Fin qui è stato indicato in quale senso
siano da intendere, nel seguito, parole non comunemente note. Non
definisco, invece, tempo, spazio, luogo e moto, in quanto
notissimi a tutti. Va notato, tuttavia, come comunemente non si
concepiscano queste quantità che in relazione a cose sensibili.
Di qui nascono i vari pregiudizi, per eliminare i quali conviene
distinguere le medesime quantità in assolute e relative, vere e
apparenti, matematiche e volgari.
I. Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé e per sua natura,
senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente, e
con altro nome è chiamato durata; quello relativo, apparente e
volgare, è una misura (esatta o inesatta) sensibile ed esterna
della durata per mezzo del moto, che comunemente viene impiegata
al posto del vero tempo: tali sono lora, il giorno,
lanno.
II. Lo spazio assoluto, per sua natura senza relazione ad
alcunché di esterno, rimane sempre uguale e immobile; lo spazio
relativo è una misura o dimensione mobile dello spazio assoluto,
che i nostri sensi definiscono in relazione alla sua posizione
rispetto ai corpi, ed è comunemente preso al posto dello spazio
immobile; così la dimensione di uno spazio sotterraneo o aereo o
celeste viene determinata dalla sua posizione rispetto alla
Terra. Lo spazio assoluto e lo spazio relativo sono identici per
grandezza e specie, ma non sempre permangono identici quanto al
numero. Infatti se la Terra, per esempio, si muove, lo spazio che
contiene la nostra aria, e che, relativamente alla Terra, rimane
sempre identico, ora sarà una data parte dello spazio assoluto
attraverso cui laria passa, ora unaltra parte di
esso; e così, senza dubbio, muterà incessantemente."
Principi matematici della filosofia naturale, Definizioni,
pp. 104-7.
Il moto rispetto allo spazio assoluto.
"Il moto assoluto è la traslazione di un
corpo da un luogo assoluto in un luogo assoluto, il relativo da
un luogo relativo in un luogo relativo. Così in una nave spinta
dalle vele, il luogo relativo di un corpo è quella parte della
nave in cui il corpo giace, ossia quella parte dellintera
cavità che il corpo riempie e che dunque si muove insieme alla
nave: e la quiete relativa è la permanenza del corpo in quella
medesima parte della nave o parte della cavità. Ma la quiete
vera è la permanenza del corpo nella medesima parte di quello
spazio immobile nella quale la stessa nave si muove insieme alla
propria cavità e allintero suo contenuto. Di conseguenza,
se la Terra è realmente in quiete, il corpo che è in quiete
relativa sulla nave, si muoverà di moto reale ed assoluto con la
stessa velocità con la quale la nave si muove sulla Terra. Se
invece si muove anche la Terra, il moto vero ed assoluto del
corpo nascerà in parte dal moto vero della Terra nello spazio
immobile, in parte dal movimento relativo della nave sulla Terra:
e se anche il corpo si muove di moto relativo sulla nave, il suo
moto vero nascerà in parte dal moto vero della Terra nello
spazio immobile, in parte dai moti relativi sia della nave sulla
Terra, sia del corpo sulla nave; da questi movimenti relativi
nascerà il movimento relativo del corpo sulla Terra. Se quella
parte della Terra, che la nave occupa, si muove verso oriente con
una velocità di 10010 parti, e la nave viene trasportata dalle
vele e dal vento verso occidente con una velocità di dieci
parti; se, inoltre, un marinaio si muove verso oriente, sulla
nave, con una velocità pari ad una parte: allora il marinaio si
muoverà di moto vero e assoluto nello spazio immobile, verso
oriente, con 10001 parti di velocità, e sulla Terra si muoverà
di moto relativo, verso occidente, con nove parti di
velocità."
Principi matematici della filosofia naturale, Definizioni,
pp. 108-9.
La concezione teologica di Newton é deista: egli riteneva possibile comprendere con la ragione l' esistenza di Dio, e considerarlo causa intelligente dell' universo, e al tempo stesso causa dell' intelligenza dell' universo, ma non era in grado di dimostrarlo.
I limiti e i compiti della filosofia naturale.
"[...] il compito principale della
filosofia naturale è di argomentare muovendo dai fenomeni senza
immaginare ipotesi, e dedurre le cause dagli effetti, finché
arriviamo alla vera Causa prima, che certamente non è meccanica;
e non solo al fine di sviluppare il meccanicismo del mondo ma
soprattutto al fine di risolvere questi e analoghi problemi: che
cosa cè nei luoghi quasi vuoti di materia, e come avviene
che il Sole e i pianeti gravitino luno verso laltro
senza alcuna materia densa fra loro? Donde viene che la natura
non fa nulla invano, e da dove deriva tutto lordine e la
bellezza che vediamo nel mondo? A che scopo sono le comete, e
come avviene che mentre tutti i pianeti si muovono lungo una
medesima via in orbite concentriche, le comete si muovono in
tutti i sensi secondo orbite molto eccentriche; e che cosa
impedisce alle stelle fisse di cadere luna sopra
laltra? Donde viene che i corpi degli animali sono stati
composti con tanta arte, e per quali fini sono state formate le
differenti parti? Fu locchio costruito senza alcuna
intelligenza dellottica, e lorecchio senza alcuna
conoscenza dei suoni? Come avviene che i movimenti del corpo
dipendono dalla volontà, e donde viene listinto delle
bestie? Non è il sensorio degli animali quel luogo nel quale è
presente la sostanza senziente, e dove le specie sensibili delle
cose sono portate per mezzo dei nervi e del cervello per poter
esservi percepite con la loro immediata presenza a questa
sostanza? Queste cose essendo state convenientemente studiate,
non appare dai fenomeni che cè un Essere incorporeo,
vivente, intelligente, onnipresente, che nello spazio infinito,
come fosse nel proprio sensorio, vede le cose nella loro stessa
intimità e le percepisce e le comprende interamente per la loro
immediata presenza in lui; delle quali cose solo le immagini,
portate per mezzo degli organi di senso nel nostro piccolo
sensorio, sono ciò che viene visto e osservato da quello che in
noi sente e pensa. E sebbene qualunque vero progresso fatto in
questa Filosofia non ci conduca immediatamente alla conoscenza
della Causa prima, tuttavia ci avvicina sempre più ad essa, e da
questo punto vista deve essere altamente apprezzato."
Ottica, libro III, I, in Scritti di ottica, a cura di A.
Pala, pp. 576-77.
Dio crea l' universo e agisce in esso.
"Considerate tutte queste cose, mi sembra
probabile che Dio al principio del mondo abbia formato la materia
di particelle solide, compatte, dure, impermeabili e mobili,
dotate di date dimensioni e figure, di date proprietà e di date
proporzioni rispetto allo spazio, affinché meglio tendessero al
fine per il quale egli le aveva formate. Queste particelle
originarie, essendo solide, sono incomparabilmente più dure di
qualsiasi corpo poroso da esse composto; anzi, tanto
perfettamente dure, da non poter mai consumarsi o infrangersi:
nessuna forza comune essendo in grado di dividere ciò che Dio,
al momento della creazione, ha fatto uno."
Ottica, libro III, Questione 31, in Scritti di ottica, a cura
di A. Pala, p. 600.
Il teologismo.
"Tutte le cose materiali sembrano essere
state composte dalle suddette particelle dure e solide,
variamente associate durante la prima creazione dalla volontà di
un Agente dotato di intelligenza. Infatti, spettò a colui che le
creò disporle in ordine. E se questo avvenne, non é da filosofi
cercare di trovare una qualunque altra origine del mondo o
pretendere che esso sia potuto nascere dal caos per effetto di
semplici leggi naturali; sebbene, una volta formato, possa durare
per molti secoli in virtù di tali leggi. Infatti, mentre le
comete si muovono in orbite molto eccentriche in tutte le
direzioni, il cieco fato non potrebbe mai far muovere tutti i
pianeti nella stessa direzione in orbite concentriche, eccettuate
alcune irregolarità poco rilevanti, che potrebbero derivare
dalla mutua attrazione che le comete e i pianeti esercitano le
une sugli altri, e che tenderanno ad aumentare finchè questo
sistema avrà bisogno di una riforma. Tale meravigliosa
uniformità del sistema planetario deve essere considerata il
risultato di una scelta. Anche il primo progetto di quelle parti
degli animali, fatte con molta arte, gli occhi, le orecchi, il
cervello, i muscoli, il cuore, le ali, le vesciche natatorie, gli
occhiali naturali, gli altri organi di senso e di moto, gli
istinti nelle bestie e negli insetti, non può essere che la
conseguenza della sapienza e della abilità di un Agente potente
ed eterno che essendo in ogni luogo é in grado di muovere con la
sua volontà i corpi nel suo infinito e uniforme sensorio, e
perciò di fare e rifare le parti dell' universo molto più di
quanto non possiamo noi, con la nostra volontà, muovere le parti
del nostro corpo. Tuttavia non dobbiamo considerare il mondo come
corpo di Dio, nè le diverse parti di esso come parti di Dio.
Egli é un essere uniforme, privo di organi, di membra o parti, e
le cose sono sue creature, a lui soggette e sottoposte alla sua
volontà; ed egli non ne é l' anima più di quanto l' anima
dell' uomo non sia l' anima di quelle forme che, attraverso gli
organi di senso, giungono nel luogo del sentire, dove l' anima le
percepisce per mezzo della sua immediata presenza, senza l'
intervento di alcuna terza cosa. Gli organi di senso non esistono
per permettere all' anima di percepire nel suo sensorio le forme
delle cose, ma soltanto per farle convenire in quel luogo; e Dio
non ha bisogno di tali organi essendo egli ovunque presente nelle
stesse cose. E poiché lo spazio é divisibile all' infinito,
mentre la materia non si trova necessariamente in tutti i luoghi,
si può anche ammettere che Dio possa creare particelle di
materia di varie grandezze e figure, e in varie proporzioni
rispetto allo spazio, e, forse, di diversa densità e di
differenti forze, e perciò stesso possa variare le leggi della
natura e creare mondi di diverse specie in diverse parti dell'
universo. Per concludere, in tutto questo non vedo niente di
contraddittorio."
Ottica, libro III, Questione 31, in Scritti di ottica, a cura
di A.Pala, pp.602-03.
L' armonia dell' universo richiede l' esistenza di Dio.
"I sei principali pianeti ruotano intorno
al Sole in cerchi concentrici al Sole, con la medesima direzione
di moto e approssimativamente sul medesimo piano. Dieci lune
ruotano intorno alla Terra, a Giove e a Saturno in cerchi
concentrici, con la medesima direzione di moto, e
approssimativamente sui piani delle orbite dei pianeti. Tutti
questi moti regolari non hanno origine da cause meccaniche; le
comete infatti si muovono liberamente secondo orbite fortemente
eccentriche e in tutte le parti del cielo. A causa di quel genere
di moto le comete passano molto facilmente e molto celermente
attraverso le orbite dei pianeti, e nei propri afeli, dove sono
più lente e sostano più a lungo, sono talmente lontane le une
dalle altre che si attirano mutuamente in misura minima. Questa
elegantissima compagine del Sole, dei pianeti e delle comete non
poté nascere senza il disegno e la potenza di un ente
intelligente e potente. E se le stelle fisse sono centri di
analoghi sistemi, tutti questi, essendo costruiti secondo lo
stesso disegno, saranno soggetti alla potenza dellUno:
infatti la luce delle stelle fisse è della stessa natura della
luce del Sole, e tutti i sistemi inviano la luce verso tutti gli
altri. E affinché i sistemi delle stelle fisse non cadano, a
causa della gravità, vicendevolmente luno sullaltro,
il medesimo ha posto una distanza immensa fra di loro."
Principi matematici della filosofia naturale, Scolio
generale, pp. 798-99.
Come conosciamo Dio.
"Dei corpi vediamo soltanto le figure e i
colori, sentiamo soltanto i suoni, tocchiamo soltanto le
superfici esterne, odoriamo soltanto gli odori e gustiamo i
sapori; ma non conosciamo le sostanze intime con nessun senso,
con nessun atto di riflessione; e molto meno abbiamo un' idea
della sostanza di Dio. Lo conosciamo solo attraverso i suoi
attributi, per la sapientissima e ottima struttura delle cose e
per le cause finali, e l' ammiriamo a causa della perfezione; ma
lo veneriamo, invero, e lo adoriamo a causa del dominio. Adoriamo
infatti come servi, e Dio senza dominio, provvidenza e cause
finali non é altro che fato e natura. Da una cieca necessità
metafisica, che é assolutamente identica sempre e ovunque, non
nasce alcuna verità di cose. L' intera verità, per luoghi e per
tempi, delle cose creata poté essere fatta nascere soltanto
dalle idee e dalla volontà di un ente necessariamente esistente.
Allegoricamente, infatti si dice che Dio veda, oda, parli, rida,
ami, odi, desideri, dia, prenda, goda, si adiri, combatta,
fabbrichi, fondi, costruisca. Infatti, ogni discorso intorno a
Dio deriva per qualche similitudine dalle cose umane, non certo
perfetta ma tuttavia somigliante. Queste cose intorno a Dio: sul
quale spetta alla filosofia naturale di parlare muovendo dai
fenomeni. "
Princìpi matematici della filosofia naturale, Scolio
generale, pp. 800-01.