Il sonno, immagine della morte
I1 sonno offre una buona immagine della morte appunto perché durante il sonno l'uomo è sottratto alla scena ove lo attende il suo destino. Mentre si dorme, su quella scena gli eventi continuano a svolgersi. Per un certo tempo non abbiamo alcuna influenza sul loro decorso. Eppure la nostra vita di oggi dipende dagli effetti delle azioni compiute ieri. La nostra individualità si reincarna realmente ogni mattina nel mondo delle nostre azioni. Ciò che durante la notte era separato da noi, ci avvolge per così dire durante la giornata.
Lo stesso accade con le azioni delle incarnazioni precedenti. Quale destino esse rimangono collegate all'uomo, come il fatto di vivere in oscure caverne rimane collegato con gli animali che, per esservi immigrati, hanno perso la facoltà visiva. Come quegli animali possono ormai vivere soltanto nell'ambiente in cui essi medesimi si erano trasferiti, così lo spirito umano può vivere soltanto nell'ambiente che si è creato con le sue azioni. Il corso diretto degli avvenimenti fa sì che la mattina io ritrovi la situazione da me preparata il giorno avanti. La parentela fra il mio spirito reincarnato e le cose delI'ambiente esterno fa sì che, reincarnandomi, io trovi intorno a me un mondo conforme alle conseguenze delle azioni da me compiute nella vita precedente. Movendo da ciò, possiamo rappresentarci la posizione dell'anima nell'insieme dell'essere umano. I1 corpo fisico soggiace alle leggi dell'ereditarietà. Lo spirito umano invece deve sempre tornare a reincarnarsi; e la sua legge è di portare i frutti delle vite precedenti in quelle che seguono. L'anima vive nel presente. Ma la sua vita nel presente non è indipendente dalle vite precedenti . Lo spirito che s'incarna porta infatti il suo destino dalle precedenti incarnazioni. E tale destino determina la vita. Le impressioni che un'anima potrà ricevere, i desideri che vedrà appagati, le gioie e i dolori che sorgeranno in lei, le persone che incontrerà, tutto dipende dalle azioni compiute dallo spirito nelle incarnazioni precedenti. In una vita successiva l'anima dovrà ritrovare le persone con le quali già era stata unita, perché le azioni che si sono svolte tra loro debbono portare le loro conseguenze. Come una data anima, anche quelle a lei unite aspireranno a reincarnarsi in una stessa epoca. La vita dell'anima è così un risultato del destino che lo spirito umano Si è creato. Il corso di una vita umana fra nascita e morte poggia su tre elementi; attraverso questi l'uomo dipende in triplice modo da fattori che stanno al di là della nascita e della morte. Il corpo soggiace alla legge dell'ereditarietà; I'anima soggiace al destino che si è creato. Con un'antica espressione tale destino si chiama karma. E lo spirito sta sotto la legge della reincarnazione, delle ripetute vite terrene.
Il nesso tra corpo, anima e spirito può quindi venir espresso anche così: imperituro è lo spirito; nascita e morte dominano nella corporeità conformemente alle leggi del mondo fisico; la vita dell'anima, sottoposta al destino, congiunge il corpo e lo spirito durante il corso di una vita terrena. Ogni ulteriore cognizione circa la natura dell'uomo presuppone la conoscenza dei «tre mondi» a cui egli appartiene. Di questi tratteremo nel prossimo capitolo.
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