Kim Newman



Nato nel 1959 in Gran Bretagna e residente a Londra, Kim James Newman si è guadagnato notorietà nel campo del Fantastico intorno agli anni ottanta sia come critico di cinema che come scrittore di fantascienza e horror, anche se questa seconda attività sta diventando sempre più predominante.
Il suo libro Nightmare Movies: Wide Screen Horror Since 1968 (uscito nel 1984 negli Stati Uniti, e nel 1988 in Inghilterra col titolo Nightmare Movies: A Critical History of the Horror Film, 1968-1988) è un'ottima storia del cinema dell'orrore nel ventennio che va dal 1968 al 1988.
Del 1990 è Wild West Movies (films del selvaggio West), che , come il libro precedente, esprime una visione acuta e sofisticata dei soggetti trattati: la stessa sagacia viene esposta da Newman nel corso delle recensioni settimanali che propone in televisione a partire dal 1989.
Kim Newman comincia a pubblicare storie di fantascienza nel 1984, anno in cui appare su "Interzone" il racconto "Dreamers", guadagnandosi rapidamente fama come autore di storie intense ed evocative ambientate nel vicino futuro o in versioni alternative del nostro ventesimo secolo che combinano un'atmosfera più o meno standard mutuata dal genere cyberpunk con un'acuta sensibilità che si riaggancia al mondo del cinema "noir" e a scrittori come Raymond Chandler e come, per rimanere più vicino ai tempi odierni, William Gibson.
Il fortissimo attaccamento di Newman al mondo hollywoodiano contribuisce tuttavia a distinguerlo decisamente dai suoi modelli fantascientifici. Il suo primo romanzo, The Night Mayor (1989), intensifica potentemente le atmosfere claustrofobiche delle realtà virtuali dell'universo cyberpunk delineando una trama dove il cattivo, il criminale Dane, è fuggito in un rutilante mondo alternato di costruzione mentale popolato da personaggi tratti dai film polizieschi degli anni quaranta. Il libro si ispira apertamente ai grandi capolavori di Philip Kindred Dick, insuperato maestro nella creazione di mondi alternati e universi mentali soggettivi e nella più cupa e profonda investigazione della natura della realtà, e all'altrettanto cupo e bellissimo classico di Roger Zelazny The Dream Master (1966).
L'eleganza stilistica di Newman non gli permette tuttavia di raggiungere quell'aura di vertiginosa tragicità che avevano i suoi modelli e, d'altro canto, i molteplici riferimenti ai film hollywoodiani donano al libro un'aria nostalgica che non stona.
Il secondo libro di Kim Newman, Bad Dreams (1990), riprende gli stessi canoni tematici e li trasporta in un'atmosfera decisamente horror: l'effetto drammatico viene però diminuito ancora una volta da un senso di vago distacco che l'autore mostra di voler mantenere dai prodotti della sua stessa immaginazione.
Jago (1991), decisamente più riuscito, è un altro romanzo horror in cui il protagonista negativo è in grado di esercitare una costrizione mentale sul mondo interiore di chi tenta di ostacolarlo, trasfigurando i loro sogni in terribili realtà.
Nel 1992 esce il capolavoro riconosciuto di Newman, Anno Dracula, in cui l'autore, pur facendo riferimento a canoni tradizionali del genere orrorifico, riesce a raggiungere una composizione più originale e a mettere la sua innegabile eleganza stilistica al servizio di una trama corposa e affascinante: il romanzo è ambientato alla fine del secolo scorso in un Inghilterra alternativa dove il Conte Dracula domina incontrastato il Regno Unito. Il Re dei vampiri ha sposato la regina Vittoria trasformandola in una non-morta e la stirpe dei vampiri imperversa: le strade della Londra notturna sono battute da bande di vampiri in cerca di preda e, nella luce dei lampioni, prostitute-vampire adescano i clienti in cambio di una pinta di sangue.
Nelle ombre di questa metropoli da incubo si aggira uno spietato assassino che uccide solo giovani donne non-morte, e si fa chiamare Jack lo Squartatore.
Il romanzo, un vero e proprio tour de force narrativo, non è solo un godibilissimo e divertente omaggio a Bram Stoker, ma anche un'eccezionale ucronia che mescola riferimenti storici e letterari, realtà e finzione cinematografica, combinando al meglio le passioni ormai note dell'autore (horror, mondi alternati e cinema hollywoodiano) in un'opera che ha un sapore unico e irripetibile.
La stessa raffinata patina letteraria condita da un'eccezionale e gustosa inventiva la ritroviamo in questo Il Barone Sanguinario (The Bloody Red Baron, 1995), brillante seguito di Anno Dracula, che racconta le ulteriori gesta del Conte Dracula, questa volta deciso a usare i suoi oscuri poteri soprannaturali per spingere la macchina bellica tedesca nella Prima Guerra Mondiale. Il maligno conte ha in mente una creazione mostruosa: una razza di super-vampiri (di cui il più infame e terribile sarà il barone volante Manfred von Richthofen, denominato il "sanguinario barone rosso") capaci di volare nella notte senza l'aiuto delle macchine.
Tra i due romanzi sui "vampiri", nel 1994 è uscita un'altra storia "horror", The Quorum, una magnifica rivisitazione in chiave pop/rock del tema classico di Faust e del "patto col diavolo", che conferma la piena maturità raggiunta dall'autore.
Di Kim Newman, assieme a Eugene Byrne, è stata recentemente pubblicata un'altra opera molto interessante, che dimostra ancora una volta il suo gusto per l'insolito e per il grottesco, Back in the USSA. Si tratta di un'antologia a tema in cui tutte le storie che si susseguono sono unite da una comune premessa: gli eventi storici avvenuti nel ventesimo secolo in Russia e negli Stati Uniti sono capovolti. Abbiamo cos" un mondo sovietico con un'economia capitalista e una nazione americana dove, nel 1917, il presidente Roosevelt è stato ucciso e la Rivoluzione comunista si è impadronita del paese. Inutile dire che l'inventiva di Newman parte da questa premessa per riscrivere in maniera divertentissima la storia del nostro secolo e per sfornare una serie incredibile di personaggi ispirati a celebri personalità veramente esistite.

Sandro Pergameno

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