ESP N. 4 MARZO 1996 "VOCI LONTANE"
Soggetto: Michelangelo La Neve
Disegni: Maurizio Di Vincenzo
È la piccola Jena, la luce, la schiava del Mangianime, la protagonista di questa vicenda. Si svela così un frammento della storia di uno dei personaggi di un mondo estraneo che non è la mente di
qualcuno ma una realtà misteriosa e sconosciuta comunque in contatto con quella che conosciamo - o che crediamo di conoscere. Già solo per questo Voci lontane mi pare interessante: l'inquietante
presenza di esseri che non solo dominano il mondo ma sono in verità la spiegazione e la motivazione dei fenomeni oscuri e quotidiani che modificano costantemente le nostre esistenze mi affascina e mi turba allo
stesso tempo. Ed ecco che è Jena che scatena esplosive crisi esistenziali in varie persone sconvolgendole con voci lontane, le voci di ricordi dimenticati - di proposito o persi nell'oblio della banale
quotidianità -, ricordi dolorosi, terribili, ossessivi che distruggono la prigione-fortezza delle abitudini, che spezzano le catene-guinzaglio che sono ad un tempo limite e sicurezza. Il crollo di queste prigioni sono un trip di
libertà, ingestibile per un carcerato "istituzionalizzato" che così impazzisce, un volo d'uccello in un universo di solo cielo.
I visi nervosi e gli occhi incavati di Di Vincenzo rendono l'incomprensibile follia di cui è intrisa la trama quasi palpabile: ogni sguardo, ogni espressione la esprime, in un modo o in un altro. La Neve
ci parla come sempre con e tra le righe e forse ci sussurra di non diventare il Mangianime di noi stessi, di non dimenticare.
Vladimiro ESPer 30