ESP N. 13 DICEMBRE 1996 "IL CAVALIERE INFINITO" Prendete l'infinito. Plasmatelo con arroganza e poesia e ricavatene dei volti o dei non-volti se volete. Maschere levigate fino alla totale assenza di forme, maschere che non potranno mai avere un nome. "Le
leggende sono senza volto" afferma laconica Kendra. Ugualmente l'infinito.
Testi: Michelangelo La Neve
Disegni: Maurizio Di Vincenzo
Ma si può essere parte di esso piegandosi lentamente nella sua assenza. Senza alcuna identità. Senza vizi. Senza colpe.
Un giorno gli eroi della misera e amara storia degli uomini che stancamente portiamo avanti non avranno più identità, più non si saprà con quale arma hanno ucciso per la prima volta perché la non-memoria avrà
divorato i nostri libri, e le battaglie finalmente saranno abbandonate nel Sostrato, nell'eterno pianto che è il seme della nostra esistenza.
Come in questa storia in cui Bianca e Kendra vengono reclutate da Derek, un cavaliere infinito, per portare in salvo la gente del suo villaggio prossima preda di un truculento e straziante rituale: ogni sette anni l'orda
dei Cavalieri Neri, assoggettata dai poteri rabbiosi di Oscuro, massacra le proprie famiglie per poi impossessarsi con la guerra di altre. Questa volta è il turno del villaggio del cavaliere infinito. Ma è una lotta persa in
partenza. Oscuro modella la natura di nero e uragani e sbaraglia la resistenza. Kendra stessa, nel tentativo di condurre in salvo le donne e i bambini per le anguste lande che l'hanno vista ripudiata tempo addietro,
soccombe alla forza scatenante di Oscuro. A sua volta Bianca con il mago del villaggio, Kaspel, riuscirà appena a neutralizzare la buia tempesta ingigantita dal sangue versato, e porterà per vie mentali il testamento
del mago, poi morto nell'incantesimo, a suo figlio che avvierà la ricostruzione.
L'amore non è eterno. Si spegne nell'infinito dolore di chi amore non ha mai assaporato. Fregiato d'ombre, intrecciato nei meandri di vite intrecciate, ricercato e odiato nei pensieri d'odio. La guerra è una medicina per
una malattia che lascia ferite secolari. La guerra è amore in questa storia perché finalizzata ad esso, ma l'amore non è guerra perché non ha finalità.
Un numero di ESP da rileggere segretamente cogliendo il senso ultimo di una lotta di piccoli uomini fatta da piccoli uomini e morta sul fondo di un ricordo. Un numero di quando "ESP" regalava parole di vita e di
morte oltre che "coloratissimi diari".
Sascia ESPer 11