L' "INCIDENTE" DEL KARALIS
Era la sera del 14 marzo 1996. sono da poco passate le ore 20,00, quando il traghetto della compagnia Tirrenia con rotta Cagliari-Civitavecchia lascia l'insenatura del porto del capoluogo sardo per immettersi in rotta verso la destinazione prevista.
Il traghetto porta con sè 378 passeggeri e 69 uomini di bordo, per un totale di 447 persone.
Le condizioni meteo non sono molto buone, il tempo prevede precipitazioni piovose, ma tutto ciò pare non preoccupare al momento l'equipaggio e i passeggeri che serenamente si intrattengono a bordo del traghetto senza minimamente immaginare cosa potrà accadere nell'imminente periodo di tempo.
Poco prima delle ore 21,00 il Karalis subisce alcuni cenni di black out intermittenti seguiti da strani rumori come se i motori della nave fossero ingolfati, seguiti da notevoli scossoni, cui i passeggeri stupiti addebitarono questi fenomeni all'imminente burrasca annunciata, ma improvvisamente un potente colpo fece sobbalzare la nave; il panico prese il sopravvento nei passeggeri e a fatica, il personale di bordo riuscì a tranquillizare.
La Karalis, inspiegabilmente si era adagiata sul lato sinistro nei pressi di un gruppo di scogli residenti presso l'Isola di Serpentara, gruppo roccioso ubicato a circa 4 Km. nel versante sud orientale della Sardegna.
Immediatamente il comandante Arturo Migliaccio interrogò il terzo ufficiale di guardia e il timoniere che si trovavano in quel preciso istante sulla plancia di comando, ma quest'ultimi inebetiti non seppero dare una spiegazione plausibile. Come mai il radar non aveva segnalato quell'ostacolo semisommerso? E come mai non si erano serviti del 2°radar di bordo, nell'eventualità del guasto al radar primario?... ma la cosa sconcertante che allibì il comandante e il personale di bordo fu che la nave misteriosamente si trovava ad oltre 1 miglio e mezzo fuori rotta, sebbene le condizioni meteorologiche evidenziavano pioggia e vento che soffiava da sud-est ad oltre 40 nodi. Certo condizioni non favorevoli per una tranquilla breve crociera, ma il personale di bordo era sicuramente abituato a ben altro.
Immediatamente venne lanciato l'S.O.S., ma i soccorsi a causa delle precarie condizioni meteo poterono intervenire solamente poco dopo le 8 della mattina successiva. Vennero stimati i danni, e venne rilevato l'incagliamento di prora, e grazie alla resistenza del doppio fondo e delle paratie stagne della nave, non preoccupavano oltre il bilanciamento della nave, certo, che se la nave avesse subito l'impatto in maniera più laterale, l'affondamento del traghetto sarebbe stato inevitabile.
Alle ore 8,30 circa, le condizioni meteorologiche si presentarono favorevoli e il traghetto venne soccorso dalla nave militare S.Giusto che accostando la nave incagliata sugli scogli riuscì a trasferire parte dei superstiti, mentre altri vennero trasbordati su alcune scialuppe, in seguito, i passeggeri riportati a terra, vennero trasportati con degli autobus presso un centro d'accoglienza.
Ma il mistero rimane inspiegabile, come mai la nave si trovava così fuori rotta? Perchè il radar principale non segnalò l'ostacolo? Perchè non venne controllato anche il navigatore automatico della nave?,. A cosa erano dovuti quegli intermittenti segnali di black out a bordo?, oltre a quegli strani sballottamenti e fragorosi rumori di un motore in panne?
Tutte queste domande attendono ancora una risposta plausibile, sebbene questi eventi lasciano molto a pensare che tutto ciò fosse dovuto ad un possibile oggetto sottomarino sconosciuto (U.S.O.), causa forse più che certa dello sviluppo di quei misteriosi fenomeni.


Immagine della prora del Karalis


Ecco come si presentava il Karalis adagiato sul fianco sinistro sugli scogli dell'Isolotto della Serpentara


Foto dei primi soccorsi


I primi superstiti ripresi a bordo della nave militare di soccorso S.Giusto
 

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